“È proprio vero che in un giorno qualunque possono accadere piccole cose, apparentemente di poco conto e senza storia, capaci di dare un’ impronta indelebile alla vita di ognuno. È stato così per me.
Tutto ebbe inizio in un caldo aprile di vent’anni fa. Avevo pochi anni allora (vent’anni sembrano pochi), tanti sogni nella testa e tutto l’entusiasmo di cui si ha bisogno. Stavo passeggiando distrattamente lungo un marciapiede nel centro di Bari, in attesa delle mie sorelle Nella e Marilena. Nulla aveva catturato la mia attenzione – neppure la folla chiassosa e variopinta che mi sfiorava di continuo – fino a quando non vidi, quasi per caso, un negozietto dall’aria del tutto diversa rispetto a quelli in cui mi ero imbattuto. Mi avvicinai, incuriosito. Si trattava di un piccolo laboratorio artigianale di pasta. Non riuscivo a scorgere granché al suo interno, al centro di una piccola sala solo due mani di donna adulta intente a lavorare con dedizione ed energia un lungo filoncino di pasta. Un fascio di luce cadeva mollemente sul movimento di quelle mani, quasi a carezzarne i gesti: lenti, pazienti, materni, deliziosamente ripetitivi. Rimasi come estasiato.
In poco tempo il filoncino prendeva respiro in tanti piccoli tozzetti, tutti uguali. La donna continuava la sua opera: schiacciava con il polpastrello ognuno di essi, trascinandolo per un breve tratto, poi con l’aiuto del pollice lo rigirava su se stesso, ricavandone una sorta di cappellino, graziosissimo a guardarsi. E così, proprio sotto i miei occhi, prendevano forma una miriade di orecchiette, tutte così identiche e perfette da sembrare generate da una macchina… Non seppi resistere alla tentazione ed entrai.
Quando finalmente le mie sorelle mi raggiunsero, avevo con me, stretto nel pugno, un sacchetto colmo di orecchiette, proprio quelle! Marilena, notandolo, mi chiese cosa avessi comprato.
“Due chili di orecchiette!” risposi. “Orecchiette fresche?”- ribattè Nella stupita- “ma che bisogno c’era… quelle di nonna Mena sono a dir poco divine!”.
In effetti aveva ragione, ma le risposi che avevo semplicemente seguito il mio istinto. Dopo qualche mese nasceva il Pastificio Carbone, l’azienda agroalimentare di famiglia. Insieme a mio padre Michele, a mia madre Ina, a Nella e Marilena e più tardi a mio cognato Sergio, cominciava il viaggio alla scoperta dei sapori della tradizione; questa straordinaria esperienza dei sensi che oggi proponiamo con sempre crescente entusiasmo e passione.
Tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni non sarebbe stato realizzabile senza il contributo quotidiano di una valida squadra di collaboratori, fornitori e clienti.
Siamo persone che credono nei valori fondamentali della vita e che ricercano con estrema cura l’equilibrio e il gusto perfetto.
Per questo, ogni giorno, proprio come quella indimenticabile mattina di venti anni fa, creiamo insieme prodotti da dedicare a tutti voi, quasi a testimoniare che: nella vita è solo questione di cuore!”